È un parco culturale unico nel suo genere. Concepito dall’editore, bibliofilo, designer e collezionista Franco Maria Ricci, è stato inaugurato nel maggio 2015.
Si tratta di un luogo multiforme: è un laboratorio editoriale, è un museo che ospita centinaia di opere d’arte datate dal Rinascimento al Novecento e spazi per mostre temporanee eclettiche e sorprendenti, come anche spazi per feste ed eventi. Il tutto circondato da uno straordinario labirinto di bambù: era il 1977 quando Ricci promise all’amico e collaboratore Jorge Luis Borges, scrittore argentino che più di chiunque altro seppe cogliere e raccontare l’essenza del segno labirintico, che un giorno avrebbe costruito il dedalo più grande del mondo proprio in quei campi in cui i due erano soliti passeggiare.
A conferire un principio di concretezza a quelle parole, rimaste a lungo una silenziosa utopia, fu l’incontro, avvenuto negli anni Novanta, con il giovane studente torinese di architettura Davide Dutto, che propose all’editore un progetto affascinante, accettato con entusiasmo. L’idea consisteva nel ricostruire tramite software ai tempi innovativi la mitica Isola di Citera e le sue architetture, così come erano state descritte nel più prezioso fra i libri a stampa, l’Hypnerotomachia Poliphili. Le immagini così ottenute ricordarono a Ricci il labirinto, e l’intenzione di costruirne uno; domandò dunque l’aiuto di Dutto e insieme iniziarono a sviluppare i primi progetti del grande parco.
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